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GREENALPS

Connecting mountain, people, nature

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Il Parco regionale delle Prealpi Giulie, situato al contatto tra tre aree biogeografiche diverse (mediterranea, alpina e illirica), è caratterizzato da un’elevata biodiversità. Per rafforzare la consapevolezza delle popolazioni locali e dei fruitori riguardo a questo straordinario potenziale naturale, il Parco partecipa come area pilota al progetto comunitario “greenAlps - connecting mountain, people, nature” (http://www.greenalps-project.eu/), il cui obiettivo consiste nel  contribuire allo sviluppo di una politica ambientale europea sostenibile ed efficace per la pro­tezione e la conservazione della natura nelle Alpi. In particolare, esso sottolinea come per salvaguardare la biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi alpini serva non solo una piani­ficazione territoriale lungimirante e un dialogo costruttivo tra portatori di interesse e decisori politici, ma anche una gestione sostenibile delle risorse naturali e lo sviluppo della consapevolezza delle popolazioni locali riguardo tematiche ambientali, quali ad esempio la connettività ecologica.

Alcune informazioni per poter capire meglio...

BIODIVERSITÀ

La  biodiversità indica la varietà degli organismi ad ogni livello, da quello intraspecifico (il diverso patrimonio genetico tra individui di una stessa specie), a quello interspecifico (le differenze tra le diverse specie), a quello ecosistemico (le diverse comunità di organismi e le diverse condizioni fisiche presenti in un certo ambiente). In un certo senso può essere quindi definita come “la ricchezza della vita”.

L’importanza della biodiversità sta nel fatto che essa determina la capacità di un organismo, una specie o un ecosistema di reagire e adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente esterno e, quindi, di sopravvivere.

Questa diversità è frutto di lenti processi evolutivi che comportano la comparsa di nuove specie e l’estinzione di altre. L’estinzione, infatti, è un processo del tutto naturale, come pure quello relativo alla comparsa di nuove specie.

Molto spesso si sente parlare di “perdita di biodiversità”, ad indicare che il numero di specie che si estingue è maggiore del numero di nuove specie che compaiono. Tra le principali cause di perdita di biodiversità si possono citare i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’introduzione di specie aliene, e soprattutto la distruzione e frammentazione degli habitat.

FRAMMENTAZIONE AMBIENTALE

La frammentazione ambientale è un processo di origine antropica che consiste nella suddivisione di una determinata tipologia ambientale (es. bosco, prato, ...) in frammenti sempre più piccoli e isolati, per questo chiamati “isole ecologiche”. Ad esempio, un bosco può essere tagliato dalla costruzione di una strada e via via ridotto da azioni di disboscamento per ricavare terreni da coltivare, fino a creare una serie di piccole aree boscate isolate tra loro, immerse in una zona prevalentemente agricola e antropizzata.

Oltre a modificare pesantemente la struttura del paesaggio, il processo di frammentazione si ripercuote negativamente sia sul mondo animale che su quello vegetale, con conseguenze che interessano tutti i livelli, da quello di individuo, a quello di popolazione, a quello di intero ecosistema.

Focalizzando l’attenzione sugli organismi animali, gli effetti della frammentazione sono altamente specie-specifici, ovvero dipendono dalle caratteristiche peculiari di ogni determinata specie. In generale la frammentazione limita, se non addirittura impedisce, il movimento degli individui e influenza negativamente presenza, abbondanza e persistenza degli organismi all’interno del territorio, innescando una serie di fenomeni negativi a cascata che conduce all’estinzione di popolazioni e specie.

CONNETTIVITÀ ECOLOGICA

Per contrastare, o almeno mitigare, gli effetti della frammentazione ambientale non basta la sola istituzione di aree protette, ma è fondamentale che i vari frammenti residui, e in particolare le varie aree protette, siano interconnessi tra loro, in quanto solo in questo modo gli animali possono muoversi da un’area all’altra, comportando così lo scambio genetico e il mantenimento della biodiversità.

Ciò non significa che le aree protette, e in generale i frammenti residui, siano fisicamente connessi tra loro, l’importante è che questa connessione sia “percepita” dalla specie animale, che essa riesca a “vedere come spostarsi da un’area all’altra”.

Nasce così il concetto di “connettività ecologica”, formato da due componenti, una strutturale e una funzionale: mentre la connettività strutturale dipende dalle caratteristiche fisiche delle diverse aree presenti (forma, dimensione, disposizione), la connettività funzionale dipende esclusivamente dalle caratteristiche specifiche di ogni singola specie animale (habitat ottimale, comportamento, esigenze nutrizionali, ...) e può variare durante l’anno (stagione, fase del ciclo vitale della specie).

È importante sottolineare come in uno stesso territorio ogni specie possa percepire un diverso livello di connettività: un territorio può infatti offrire una buona connettività per una determinata specie, ma una scarsa connettività per un’altra.

RETI ECOLOGICHE

Una strategia di pianificazione territoriale e conservazione ambientale che punta a permettere la connessione tra ecosistemi residui in paesaggi frammentati è rappresentata dalle reti ecologiche, sistemi di aree ad alto valore naturale interconnessi tra loro. Generalmente, queste reti sono formate da tre elementi caratteristici:

  • aree nucleo: zone caratterizzate da un alto livello di biodiversità, spesso aree protette, dove varie specie animali trovano le condizioni ottimali per la loro vita;
  • zone cuscinetto: zone circostanti le aree nucleo, di transizione con il resto del paesaggio;
  • corridoi: zone naturali e seminaturali che connettono tra loro le varie aree nucleo, permettendo il movimento delle varie specie animali. Poiché ciò che conta è la connessione funzionale, i corridoi possono essere continui ma anche discontinui; in tal caso assumono il nome di “stepping stones” (pietre di passaggio) per analogia con le pietre di un torrente sulle quali, saltellando, si può passare da una sponda all’altra. I corridoi possono essere formati anche da più tipologie ambientali (“mosaico di ambienti”) nelle quali la/le specie considerata/e riescono a spostarsi e magari anche a trovare risorse a loro necessarie.

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